Tutto quello che devi sapere sui funghi allucinogeni e la psilocibina

(video a fondo pagina)

L’uso di funghi dalle caratteristiche psicoattive ha radici lontane nel tempo, questo tipo di funghi viene utilizzato da migliaia di anni sia all’interno di rituali religiosi che a scopo ricreativo o medicinale. Pensate che in Spagna e Nord Africa sono state ritrovate pitture rupestri che documentano l’uso di questi funghi, risalenti addirittura al 6000aC.

Ma tracce documentate dell’utilizzo di funghi allucinogeni si possono trovare anche nelle culture  Maya, Azteca, nell’antico Egitto, nella Grecia antica e addirittura nella cultura Vichinga.

L’uso di funghi allucinogeni documentato in diverse culture nella storia.

I funghi psicoattivi sono costituiti da due grandi famiglie: la prima sono i funghi isossazolici, come l’amanita muscaria o l’amanita pantherina e dalle proprietà considerate genericamente inebrianti e i funghi psilocibinici, come lo psilocibe cubensis o lo psilocibe semilanceata, i funghi allucinogeni più diffusi e consumati al mondo, dalle proprietà definite psichedeliche.

La psilocibina, molto probabilmente, viene prodotta da questi funghi come strategia di difesa. Pare infatti che la psilocibina sia in grado di diminuire l’appetito degli insetti predatori come le formiche, in modo che questi si sentano sazi molto velocemente e non arrivino a mangiare l’intero fungo.

I diversi tipi di funghi psicoattivi.

Negli esseri umani la psilocibina produce effetti molto diversi da quelli che produce negli insetti…

Quando mangiamo un fungo allucinogeno infatti, il nostro fegato scompone la psilocibina nel suo principio attivo chiamato psilocina. Attraverso il fegato la psilocina entra poi nel flusso sanguigno e si fa strada fino al cervello ed è a questo punto che hanno inizio gli effetti “allucinogeni” dei “funghi allucinogeni”.

La psilocibina viene scomposta dal fegato in psilocina che, una volta giunta al cervello, produce effetti allucinogeni.

Uno dei principali effetti della psilocina sul cervello infatti è quello di interferire con la normale regolazione della serotonina, un neurotrasmettitore responsabile della regolazione del tono dell’umore, del sonno e della temperatura corporea, e che influenza la nostra sessualità, le funzioni cognitive, la creatività e l’appetito.

Nello specifico la psilocina ha la proprietà di impedire la ricaptazione della serotonina, ossia il processo attraverso cui la serotonina, una volta esaurita la sua funzione di messaggero tra neuroni, viene riassorbita dall’organismo.

Bloccando la ricaptazione della serotonina, la psilocina ne amplifica di molto gli effetti sul cervello e, siccome ha anche una struttura chimica molto simile a quella della serotonina, può stimolare gli stessi recettori neuronali.

Questo ne amplifica ancora di più gli effetti ed è proprio questa  iper-stimolazione dei recettori serotoninergici a provocare le allucinazioni e tutto quell’insieme di effetti che in gergo vengono chiamati “trip”, che in italiano significa letteralmente viaggio…

La psilocina stimola gli stessi recettori neuronali della serotonina.

I primi effetti dell’ingestione di funghi allucinogeni si manifestano di solito dopo 20 minuti e possono durare fino a 6 ore.

I sintomi sono inizialmente soprattutto fisici, come nausea, diarrea, forte rilassamento muscolare, sonnolenza, mancanza di coordinazione, euforia e risate incontrollate, seguiti dai famosi effetti “psichedelici”.

Tra i 30 minuti e le 2 ore dopo l’ingestione, si inizieranno a notare cambiamenti nella percezione visiva, come un aumento del contrasto dei colori, aloni intorno alle sorgenti luminose, la sensazione di una maggiore acuità visiva e superfici che sembreranno incresparsi, luccicare o respirare e scie dietro agli oggetti in movimento.

Anche l’udito viene influenzato dalla psilocibina, e i suoni sembreranno acquistare una maggiore chiarezza e profondità e in alcune persone possono verificarsi casi di sinestesia, una distorsione della percezione sensoriale a causa della quale i nostri sensi possono mescolarsi ed è possibile ad esempio percepire visivamente uno stimolo sonoro, in pratica è possibile “vedere dei suoni”.

La psilocibina può provocare distorsioni visive o casi di sinestesia.

Ma l’effetto più importante è che la psilocibina aumenta e modifica le connessioni neuronali tra le diverse aree del nostro cervello, collegando tra loro zone che normalmente non comunicano e causando cambiamenti profondi nel modo in cui queste parti del cervello umano si sincronizzano tra loro. Zone che normalmente non entrano mai in contatto iniziano a comunicare, facendoci letteralmente “pensare fuori dagli schemi” e scoprire punti di vista molto diversi sulla realtà

Inoltre la psilocibina contribuisce a ridurre fortemente l’attività di quello che in gergo tecnico si chiama Default Mode Network, una rete di regioni cerebrali interagenti che costituiscono (fra le altre cose) la base neurologica del nostro essere individui.

La riduzione dell’attività cerebrale nel DMN provoca, fra le altre cose, una forte disposizione alla pace interiore e un atteggiamento contemplativo con sensazioni di unità profonda con la realtà circostante, che, nel caso di dosi elevate di psilocibina, provoca una vera e propria “dissoluzione dell’ego”: una sensazione di trascendenza e di unità totale con la realtà che può avere spesso effetti benefici, profondi e duraturi sulla psiche umana.

La psilocibina aumenta le connessioni neurali tra diverse aree del cervello.

L’esperienza di un “trip” viene normalmente definita come abbastanza piacevole ma, in alcuni casi, specialmente dopo l’assunzione di dosi elevate, è possibile che le allucinazioni o il contesto nel quale ci si trova possano scatenare il cosiddetto “bad trip”, un vero e proprio attacco di panico.

Il motivo scatenante è di solito la paura che gli effetti dei funghi possano non finire mai, sensazione peggiorata peraltro dal fatto che la psilocibina in alcune persone può alterare la percezione dello scorrere del tempo e far sembrare il trip molto più lungo.

Per questo è molto importante per chi decide di assumere funghi allucinogeni seguire la regola del “set and setting”, ossia trovarsi in uno stato mentale adatto all’assunzione dei funghi scegliendo un contesto conosciuto o, più in generale, tranquillizzante e la compagnia di persone altrettanto rassicuranti.

Molte persone scelgono di farsi accompagnare durante questo viaggio psichedelico da un cosiddetto “sitter”, una persona che non assumerà sostanze e che possa occuparsi di qualsiasi urgenza o problema sia necessario gestire da sobri.

La regola del set and setting prevede di trovarsi in un contesto tranquillizzante con persone rassicuranti.

In un piccolissima  percentuale di casi, ma solamente in individui già predisposti, i funghi allucinogeni potrebbero portare alla luce sintomi precoci di malattie mentali.

Mentre dopo l’uso, in casi rarissimi, anche persone sane potrebbero soffrire del cosiddetto DPPA o “Disturbo Persistente della Percezione da Allucinogeno”, un disturbo cronico (a volte permanente) per il quale una persona ha dei flashback di allucinazioni visive o di distorsioni sperimentate durante un trip. I flashback possono essere continui o solo occasionali e possono causare un lieve disagio o arrivare a compromettere la capacità di lavorare e la vita di tutti i giorni di chi ne soffre.

Nei casi di DPPA si continuano ad avere flashback di allucinazioni sperimentate durante un trip.

Una cosa che probabilmente molti non si aspettano è che non esistono casi documentati di morte per overdose da funghi allucinogeni. La quantità minima che una persona dovrebbe assumere per rischiare di morire è di circa 2 chilogrammi, dose praticamente impossibile da raggiungere se si considera che la dose media per una persona è di circa 6 grammi.

Inoltre la tossicità dei funghi allucinogeni è così bassa da rendere la psilocibina la sostanza meno dannosa tra quelle comunemente usate a scopo ricreativo, come alcol, marijuana, cocaina.

La psilocibina è la sostanza meno dannosa tra quelle solitamente usate a scopo ricreativo.

Importante è poi  sottolineare come sia impossibile sviluppare una dipendenza fisica per i funghi allucinogeni in quanto il cervello umano sviluppa quasi immediatamente una forte tolleranza alla psilocibina. Pensate che se si assumessero funghi allucinogeni per due giorni di fila, al secondo giorno sarebbe necessaria una dose doppia per ottenere gli stessi effetti della prima assunzione.

Al contrario i funghi allucinogeni sembrano essere molto promettenti nella cura della dipendenze, in particolare quelle da alcol e nicotina; alcuni recenti studi della Johns Hopkins School of Medicine ad esempio hanno riscontrato un’efficacia del 60% nell’aiutare le persone a smettere di fumare, una percentuale molto superiore a quella di qualsiasi altro farmaco usato finora per lo stesso scopo.

I funghi allucinogeni si sono rivelati efficaci nella cura delle dipendenze da nicotina.

Inoltre negli ultimi anni sono stati fatti (e sono ancora in corso) molti studi che hanno dimostrato come l’utilizzo di psilocibina per il trattamento di persone depresse sia in grado di produrre benefici uguali o superiori a quelli dei medicinali antidepressivi attualmente in commercio.

Studi in corso mirano a dimostrare l’efficacia della psilocibina nel trattamento della depressione.

AUTORE: Sacha Dominis

DISEGNI: Mel Zohar

FONTI:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5367557/

https://en.wikipedia.org/wiki/Psilocybin_mushroom

https://it.wikipedia.org/wiki/Serotonina

https://www.webmd.com/depression/news/20210415/study-magic-mushrooms-may-best-drug-for-depression