Che cos’è e come funziona il MES?

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NASCITA DEL MES

La storia del MES comincia tra il 2010 e il 2011 quando alcuni Stati dell’Unione Europea si ritrovarono per varie ragioni sull’orlo del tracollo finanziario e se fossero finiti in bancarotta si sarebbe scatenata una crisi finanziaria che avrebbe danneggiato tutta l’Unione Europea.
Quegli stati erano Grecia, Cipro, Irlanda, Portogallo e Spagna, e andavano aiutati.

Ma c’era un problema. Anzi due, cioè gli articoli 123 e 125 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Questi articoli affermano rispettivamente che la BCE non può prestare soldi ai Paesi UE in difficoltà economica e che l’UE non può garantire assistenza finanziaria ai suoi membri, salvo rarissimi casi.

Questi articoli vennero inseriti nei trattati, all’epoca della creazione dell’UE, su forte insistenza dei Paesi del Nord Europa, economicamente più solidi, i quali avevano paura che gli Stati economicamente più deboli, una volta fatta l’Unione, avrebbero scaricato i loro debiti sulle spalle degli altri Paesi dell’UE.

Ma, dal momento che si rischiava il crollo dell’Unione economica e monetaria, nel 2012 gli Stati dell’Unione aggirarono il problema creando appunto il MES.

il MES nasce del 2012 per evitare il tracollo finanziario di alcuni Stati dell'UE Il MES nasce nel 2012 per evitare che qualche Stato UE “precipiti” economicamente

CHE COS’È IL MES

MES è l’acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità.

In parole povere il MES è una sorta di cassa comune permanente per le emergenze finanziarie, a cui contribuiscono in proporzione al PIL e alla popolazione tutti gli stati dell’eurozona, cioè quegli Stati dell’Unione Europea che hanno adottato l’euro come moneta.

Il MES è gestito dai ministri dell’economia dei Paesi membri e da un gruppo di dirigenti da loro nominati, e ne fanno parte in qualità di osservatori anche il Presidente della BCE e il Commissario Europeo agli Affari Economici.

Attualmente il MES dispone di circa 700 miliardi di euro di cui:

  • il 27% circa fornito dalla Germania
  • il 20% circa dalla Francia
  • il 18% circa dall’Italia
  • il 12% circa dalla Spagna
  • il 5% circa dall’Olanda
  • tutti gli altri Stati forniscono ognuno un contributo medio inferiore al 3%

Ma come fa concretamente il MES ad aiutare uno Stato membro?

COME FUNZIONA IL MES

La procedura è questa:

  • Uno Stato membro in difficoltà economica chiede l’intervento del MES
  • Il MES a sua volta chiede alla Commissione Europea di valutare lo stato di salute dell’economia di quel Paese per capire di quanti soldi e di quali interventi abbia effettivamente bisogno per uscire dai guai
  • Sulla base di questa valutazione, il MES decide con una votazione interna se aiutare il Paese in difficoltà
  • Nel caso di voto a favore, gli fornisce un prestito
Quello che però determina davvero l’esito del voto è che il MES abbia la certezza di rivedere i soldi che presta.
Per questo motivo il MES, in cambio del prestito, pretende che lo Stato che viene aiutato accetti determinate condizioni che consistono in una specie di lista delle cose da fare per aggiustare la propria economia.

Questa serie di mosse economiche vengono decise dalla cosiddetta TROIKA, costituita da Commissione Europea, BCE e Fondo Monetario Internazionale, che stilano il cosiddetto e famigerato “Memorandum“.
È proprio questa lista quello che fa davvero paura ai Paesi che si rivolgono al MES.

Le condizioni previste dalla TROIKA infatti sono spesso riforme strutturali durissime dell’economia e della spesa pubblica, come privatizzazioni, tagli alle pensioni, il licenziamento di molti dipendenti pubblici, tagli alla sanità e altre cose impopolari.
Esattamente come successo alla Grecia dopo aver ricevuto gli aiuti del MES.

Ma quindi il MES è una cosa buona o cattiva?
Beh è un po tutte e due le cose…

il MES impone alcune condizioni al prestito del denaro Il MES accetta di prestare i soldi a uno Stato membro in difficoltà dopo aver avuto la garanzia che quello Stato rispetti determinate condizioni

PRO E CONTRO DEL MES


PRO

Il MES è uno strumento fondamentale per far fronte alle emergenze finanziarie dell’eurozona.
È grazie al MES se Grecia, Irlanda, Cipro e Spagna non sono fallite e, in particolare, è anche grazie alle rigide condizioni di risanamento previste da questi aiuti se nazioni come il Portogallo sono oggi completamente risanate e sono divenute anzi un fiore all’occhiello dell’economia europea.


CONTRO

D’altro canto però è vero anche che i Paesi che accedono al MES devono accettare condizioni durissime e che garantiscono solo che il MES riveda i propri soldi ma non garantiscono che l’economia di chi viene aiutato si risollevi.
Chi accetta gli aiuti del MES paga un caro prezzo e delega di fatto la propria politica economica e conseguentemente non solo quella alle istituzioni europee, cedendo parte della propria sovranità. E questo è sempre inevitabilmente un rischio.

AUTORE: SACHA DOMINIS

FACT CHECKING: CRISTINA FASONE PhD

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